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TENUTA SANT'ANNA
AL CALEIDOSCOPIO

C’è sempre un buon motivo per bere un buon bicchiere di vino. Un abbinamento o una ricetta tipica, un posto da visitare, un incontro, un racconto. Cose che solo il vino può farti scoprire e apprezzare al meglio.

Experiences of Tenuta Sant'Anna

Vuoi un’ombra di rosso o di bianco? A Venezia si fa così quando si invita qualcuno a bere un bicchiere di vino. Un’espressione nata nei secoli passati, in piazza San Marco, quando i mercanti allestivano i banchi di mescita proprio all’ombra del campanile per tenere il vino al fresco.

Crostini con baccalà mantecato, sarde in saor, musetto e poenta, “nerveti” con cipolla, “bovoetti”. Se leggi questi nomi scritti col gesso su una lavagnetta, proprio davanti alla porta di ingresso, sei difronte a un bacaro, la tipica osteria di Venezia. Cicchetti e vino di qualità. Una garanzia.

Dalle nostre parti non c’è pasto che si rispetti senza un buon formaggio. Piave e Montasio sono una scelta sempre azzeccata. E ad ogni età il giusto vino. Per i più stagionati, prova il Ripasso. Per i freschi, azzarda un Prosecco.

C’è un solo modo per gustare un piatto come la “sopressa vicentina in tecia”: servita su una fetta di polenta arrostita e accompagnata da un bicchiere di vino: rigorosamente Valpolicella DOC. Vera goduria!

Con un bicchiere di Pinot Grigio hai solo l’imbarazzo della scelta. La sua versatilità lo rende perfetto per accompagnare antipasti, primi e secondi. In abbinamento al pesce, può passare con disinvoltura da un baccalà mantecato a una barca di sushi.

Vino in purezza o da monovitigno. Così si chiamano i vini prodotti utilizzando un solo tipo di uva. Il risultato restituisce in maniera fedele le caratteristiche della tipologia, interpretata dall'uomo nello specifico territorio.

Venezia, vini e spiriti. E non solo quelli in bottiglia. Si dice che dalle parti di Casino degli Spiriti, si aggiri il fantasma irrequieto di Luzzo: pittore del 500 che proprio lì incontrò Cecilia, il suo grande amore mai corrisposto.

A volte le parole possono ingannare. Se leggi “dry” sull’etichetta di uno spumante non significa che è secco, come la traduzione dall’inglese. Semplicemente è più secco dello spumante dolce ma più zuccherino del brut. Ecco la differenza tra brut e dry.

Quando si dice Prosecco, si parla di Glera. Il nome diventa ufficiale a fine anni 2000. Ma il vitigno esiste dai tempi dei romani. Grappoli grandi e lunghi, acini giallo-dorati. Solo queste uve danno vita al Prosecco DOC.